Nonostante un valore dell’export ancora in crescita nei primi 9 mesi del 2023, il trend della pelletteria, a confronto con l’anno precedente, è rallentato. L’incremento è stato infatti pari al 2,2%. I dati sono stati riportati da Assopellettieri, che anticipa il timore di un azzeramento a consuntivo. L’Associazione spiega che si è verificato un crollo dei flussi verso la Svizzera (-42,5% in valore) – tradizionale hub logistico delle grandi griffe internazionali del lusso – «verosimilmente per un cambio nelle politiche di distribuzione delle stesse a favore di spedizioni dirette nelle destinazioni finali».
Oltre alla Svizzera, solo Sud Corea e Canada, entrambi in contrazione del 10,2%, mostrano dati negativi. Sono invece positivi i dati di export verso la Francia (+21,3% in valore), principale destinazione con una quota salita al 16,4% del totale, e il Far East (che malgrado la frenata sudcoreana segna un +17,4% nell’insieme, con aumenti rilevanti in diversi paesi, a partire dal +40,3% della Cina).
Si registra poi un rimbalzo in Russia e Ucraina (ma flussi ancora inferiori a quelli 2021 pre-guerra) e una crescita del 36,2% negli Emirati Arabi. Si limitano invece a un aumento del 6% le vendite negli USA, che nel terzo trimestre hanno subìto una contrazione del -5,3%. «Sul versante nazionale – aggiunge Assopellettieri – la domanda appare decisamente debole: solo +0,6% in spesa per il commercio al dettaglio. Il fatturato, nel campione di associati intervistati, evidenzia in media un +2,5% su gennaio-settembre 2022 (inferiore, dunque, alle dinamiche inflattive registrate nell’anno) ma preoccupa il calo a doppia cifra nell’indice Istat della produzione industriale (-12,3%), chiara indicazione di come i dati debolmente positivi in valore nascondano arretramenti nelle quantità. Il terzo trimestre si è chiuso in frenata (-5,4% l’export e -6,5% il fatturato) e il sentiment tra gli imprenditori sui risultati nel quarto è negativo».
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