Con Alfredo Ramponi, CEO dell’azienda Ramponi di Carbonate (Como), specializzata nella produzione di pietre in cristallo sintetico e di borchie in ABS, abbiamo fatto il punto sulle novità in ambito produttivo e organizzativo e sui progetti in corso.
Se il 2017 ha rappresentato per l’azienda Ramponi un anno importante, segnato da parole chiave come razionalizzazione e innovazione tecnologica, ma anche dalla conclusione di un terzo nuovo capannone e dalla revisione completa del layout di tutti i flussi produttivi e logistici, il 2018 non è da meno e si sta dimostrando un anno altrettanto denso di novità e progetti. Ne abbiamo parlato con Alfredo Ramponi, alla guida dell’azienda.
La trasformazione in S.p.A. e la quotazione all’AIM
L’innovazione e la ricerca sono uno dei pilastri portanti dell’azienda Ramponi sempre alla ricerca di nuove forme e nuove finiture per i propri prodotti, su cui realizza anche numerosi brevetti. L’azienda quanto a innovazione, investimenti e consolidamento delle posizioni raggiunte si muove sempre a 360°, tanto che si è recentemente trasformata in S.p.A. conglobando una serie di aziende che già facevano capo alla proprietà e si è avviata alla quotazione all’AIM Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese italiane, attraverso un percorso che si concluderà a fine anno. Un progetto, ancora in fase di perfezionamento, che fa parte di una precisa linea strategica di ampliamento della propria filiera produttiva, per arrivare ad avere al proprio interno il 100% delle lavorazioni e poter offrire al cliente un servizio ancora più completo e personalizzato.
Un nuovo reparto dedicato al ricamo
Un esempio concreto del consolidamento del proprio servizio al cliente e dell’implementazione della propria offerta produttiva è l’inserimento di un nuovo reparto dedicato al ricamo. «Per quanto riguarda i progetti aziendali – spiega Alfredo Ramponi – il 2018 ha visto l’inserimento di un nuovo reparto ricamo, già in funzione e completamente produttivo da settembre. Abbiamo previsto quindi un’area dedicata e inserito nuovi macchinari, che permettono di ricamare direttamente su pelle, tomaie e capi di abbigliamento. Una scelta volta a offrire un servizio ancora più completo e dettata anche dal fatto che alcuni nostri grossi clienti ci avevano fatto specifica richiesta di affiancare al nostro servizio di applicazione delle borchie, del termoadesivato e del graffato anche quello del ricamo». E aggiunge: «La possibilità di offrire un prodotto e un servizio personalizzati è sicuramente il nostro punto di forza, che ha il suo cuore nella fornitura di finiture e colorazioni ad hoc. Ci siamo dovuti strutturare in maniera tale da poter offrire un pacchetto che va dalla materia prima alla lavorazione, anche con accorgimenti particolari per alcune tipologie di lavorazioni, che talvolta addirittura hanno richiesto la modifica di alcuni macchinari. Ma questa flessibilità e la conseguente specializzazione hanno incrementato notevolmente il nostro livello qualitativo e la nostra immagine».
Un’offerta sempre più ampia e diversificata dunque, che da gennaio 2018 si è ulteriormente ampliata con l’acquisizione dell’azienda Astarte di Mirandola, fondata nel 1994 da Nando Costa Zaccarelli e specializzata nella produzione di articoli completamente naturali, dalle spille alle fibbie, dalle collane ai tacchi e così via, in materiali che vanno dalla conchiglia al legno all’osso, e che possono essere applicati sempre nel campo della pelletteria e dell’abbigliamento.
Progetti in corso
Sul fronte della ricerca nel 2018 è partita la seconda parte di un progetto avviato a gennaio 2017 con il Politecnico di Milano, incentrato sull’analisi delle interazioni fra l’ABS e il materiale di supporto, pellame in particolare, spesso trattato a livello estetico con varie tipologie di prodotti. Un progetto che ha già fornito all’azienda una serie di risultati e indicazioni estremamente interessanti, che hanno appunto portato ad avviare una seconda fase basata su alcune specificità riscontrate. Ma è in corso anche un altro progetto di ricerca, avviato con l’Università di Torino, e basato sulla realizzazione di uno studio dell’attuale flusso produttivo per trovarne, vista l’elevata quantità di articoli in svariate declinazioni, eventuali criticità e poter ipotizzare ulteriori ottimizzazioni dell’azienda. Ma non è tutto. L’azienda sta infatti cominciando a diversificare, cautamente, anche i settori merceologici di destinazione: «Stiamo cominciando a testare anche il settore dell’arredo a 360° – spiega Ramponi – e al momento stiamo collaborando con un’azienda del settore ceramica, che utilizzerà per i suoi prodotti alcuni nostri componenti. Ma stiamo realizzando test di fattibilità, al momento più che positivi, anche nel settore dell’interior design, e probabilmente nel corso del 2019 si concretizzeranno».
Un’azienda dunque che davvero non si ferma mai, che fa della ricerca e dell’innovazione i suoi punti di forza e che sa riconoscere alle proprie risorse umane un valore fondamentale. «Tengo a sottolineare che l’essere arrivati qui – afferma Alfredo Ramponi – è merito di tutti i miei collaboratori, in particolare delle ‘colonne portanti’ della mia azienda, che hanno sempre creduto nella mia filosofia e che tuttora collaborano con me a pieno ritmo». E conclude: «Il mio pensiero conclusivo, ma il più importante, è rivolto ai giovani, nei quali credo e investo molto. A parte il noto Premio Ramponi e il più recente Talent Network, volti a promuovere e valorizzare giovani stilisti, il nostro stesso personale ha un’età media di 30-35 anni. Ci piace infatti offrire nuove possibilità ai giovani che escono dalle Università, carichi di idee innovative e fresche, che talvolta ci hanno sbalordito. Lavorando 24 ore su 24 in azienda infatti ci si abitua a vedere l’articolo sempre dalla stessa visuale, mentre una persona giovane e completamente inesperta può avere idee nuove interessanti e offrire spunti creativi inediti all’ufficio stile. Largo ai giovani dunque, perché il futuro è nelle loro mani!».