Dalla collaborazione tra Assocalzaturifici, Aral, Punto 3 e Idea Plast, nasce la calzatura destinata ai bovini. Una suola realizzata in plastica riciclata che aiuta a trattare una delle principali patologie che colpisce i bovini. Idea Plast, azienda milanese specializzata nella progettazione e realizzazione di oggetti, manufatti e arredi urbani in plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata, in collaborazione con Punto 3, società di Ferrara a sua volta impegnata in progetti per lo sviluppo sostenibile, Assocalzaturifici e Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, hanno dato vita a un esempio concreto e virtuoso di come attraverso l’economia circolare, due mondi lontanissimi (il settore calzaturiero e quello dell’allevamento dei bovini) possano riuscire a parlarsi e trovare soluzioni concrete a specifici problemi.
Il progetto, sostenuto con il finanziamento di un bando di Regione Lombardia, nasce dalla constatazione che le aziende calzaturiere generano ogni anno tonnellate di scarti di produzione, frutto del processo di lavorazione della pelle e della gomma, i principali materiali utilizzati nella realizzazione delle calzature. Se la pelle è un materiale che si presta facilmente al riutilizzo, gli scarti di lavorazione della gomma diventano invece per la quasi totalità rifiuti destinati alla termovalorizzazione, rappresentando un costo per le aziende sia di tipo economico, incidendo sui costi di gestione del processo, sia ambientale, poichè viene bruciato del materiale che potrebbe invece essere riutilizzato, evitando la produzione di tonnellate di gas ad effetto serra.
Il progetto prevede il riutilizzo degli scarti in plastica utilizzati nella realizzazione delle suole delle scarpe antinfortunistiche e la loro trasformazione in un nuovo materiale lavorabile per poi sviluppare una suola da utilizzare per guarire le zoppie del bovino. L’iniziativa ha coinvolto diversi stakeholder e prodotto trasversalmente benefici economici: per le aziende calzaturiere, che finora hanno sostenuto costi per lo smaltimento degli scarti e che ora invece riceveranno un corrispettivo economico, ma anche per gli allevatori sia italiani che esteri, che potranno ridurre le perdite determinate dai capi colpiti dalla zoppia. Il progetto potrebbe interessare potenzialmente un mercato che a livello europeo si stima in oltre 30 milioni di capi, consentendo di estendere i concetti di sostenibilità ed economia circolare anche in settori fortemente impattanti dal punto di vista ambientale come quello calzaturiero e zootecnico.
«Trasformare qualcosa che abbiamo scartato in un qualcosa di nuovo e riutilizzabile rappresenta un forte messaggio sociale, perché ci fa capire come una corretta gestione dell’intera filiera dalla produzione al recupero fino al riutilizzo, possa trasformare la plastica da rifiuto in risorsa – ha dichiarato Alessandro Trentini, fondatore e direttore tecnico di Idea Plast -. Crediamo molto in questo progetto perché oltre a far dialogare settori che forse mai avrebbero immaginato di poter entrare in contatto, rappresenta per l’Italia una novità assoluta e conferma la centralità dell’attività di Ricerca e Sviluppo nella ricerca di soluzioni che consentano di trasformare un problema in un’opportunità, col valore aggiunto di orientarla ai valori della sostenibilità».