Laboratori Archa di Pisa, centro di eccellenza nel campo della chimica applicata, ha messo a punto il primo disciplinare al mondo per misurare la biodegradabilità di pelle e cuoio. Un sistema validato dal dipartimento di chimica dell’Università di Pisa e certificato da Certyquality. Lo riporta la testata Il Tirreno, spiegando che con tale iniziativa il gruppo Archa ed eventuali altri laboratori che vorranno farsi accreditare, potranno rilasciare alle concerie un marchio di biodegradabilità.
A ispirare Archa in questo progetto sono state le procedure usate per testare le prestazioni delle bioplastiche «L’obiettivo – dichiara Patrizia Turchi, vicepresidente di Archa – era fornire gli elementi tecnici e scientificamente inattaccabili per tenere in piedi il messaggio di sostenibilità che le concerie vogliono agganciare ai loro prodotti. Così ci siamo documentati, accorgendoci che la norma Uni per il settore parla soltanto di biodegradabilità in acqua, relativamente ai residui di pelle presenti nei reflui conciari destinati a depurazione. Noi abbiamo provato ad andare oltre».
Il protocollo elaborato Da Archa è stato sovvenzionato da un apposito finanziamento e messo a punto con la collaborazione di una conceria di Santa Croce sull’Arno, con cui è stata definita la procedura per testare la degradabilità di una pelle conciata, e i parametri da rispettare perché questa possa essere considerata biodegradabile. «Insieme all’Università di Pisa e sulla base della letteratura in merito – spiega Turchi – abbiamo stabilito che per essere accettabile una pelle deve risultare biodegradabile al 90% in acqua e all’80% in compost».