Una bella storia da raccontare è quella che vede protagonista Silvano Lattanzi, Maestro della calzatura artigianale di extra-lusso, un grande vanto dell’eccellenza made in Italy in tutto il mondo. Nel 2021 ha festeggiato i 50 anni di brillante attività con il marchio Zintala, ma non è che l’inizio…
L’intervista al Maestro Silvano Lattanzi è iniziata con una citazione vascorossiana. Il suo “E Siamo ancora qua” è colmo di una fierezza che racchiude una gloriosa storia lunga più di 50 anni, mezzo secolo in cui il lusso più vero e profondo del made in Italy, dalle Marche è giunto in tutto il mondo. Il brand Zintala, che conta una produzione massima di circa 2.000 pezzi all’anno, ha infatti una notorietà internazionale ed è vanto dell’Italia manifatturiera nel mondo. Tra citazioni colte, una formazione classica che brilla di saggezza e un curriculum di successi internazionali, il tono di Silvano Lattanzi è sempre pacato e defilato, mai urlato, un artista che non decanta le sue opere e non ostenta i suoi clienti, tutti estremamente ricchi e potenti.
L’inizio di un’incredibile carriera
È dal 1962 che passano tra le sue mani, il suo unico strumento di lavoro, pelli pregiate di qualità, alligatore e vitello compresi, per la realizzazione di scarpe esclusive e di lusso estremo. «Si tratta di una scelta di campo che deriva da alcune attività sportive che svolsi e che mi lasciarono la voglia di continuare nella vita ad essere uno sportivo, ad avere “tifosi” e la loro stima». Silvano Lattanzi a vent’anni era già molto determinato e sapeva bene il suo grande scopo: trasformare la sua innata passione per la pelle e l’eleganza maschile nella realizzazione delle scarpe più belle e uniche al mondo, fatte a mano e su misura. E lo fece imparando dagli artigiani londinesi, veri assi nella cucitura del guardolo a mano, ma anche dai nobili calzolai milanesi e romani, alle prese con scarpe esclusive per i più importanti e abbienti personaggi del secolo scorso. «Era una sfida quasi impossibile da vincere in una zona dove si producevano calzature industriali in grande quantità a basso prezzo e di scarsa qualità. Andavo certamente controcorrente e ho dovuto lottare per togliermi di dosso “l’essere nelle Marche” poiché questo non giocava certo a favore dell’identità che avevo in mente per la mia attività di massima qualità fatta a mano per pochi». Proprio quell’identità che caratterizza il brand Zintala, “anagramma di Lattanzi, ma senza un T”, come ci ha spiegato il Maestro, inizialmente osteggiato dalla sua famiglia in questa scelta coraggiosa di osare in un territorio dove, tra l’altro, le famiglie di nobili nel territorio erano solo due. Il primo grande momento disruptive nella sua carriera è l’incontro con la nobildonna fiorentina Sibilla Della Gherardesca, il dottor Armando Branchini e il dottor Napoleone con tutto il suo staff che hanno portato il suo piccolo laboratorio marchigiano di nicchia ad essere grande protagonista del Pitti Uomo.
Scelte rivoluzionarie e clienti esclusivi
Silvano Lattanzi era un ventunenne quando si mise a produrre collezioni shock con diversi colori, tra cui verde, giallo, rosso e bluette. «Mescolare insieme colori, come un pittore impressionista con le sue tele, diventò per me una vera e propria mania». Grande estimatore di Fausto Coppi, proprio come il suo idolo Silvano Lattanzi non ama stare in gruppo, ma partire in fuga e percorrere in solitaria la sua strada. «Le mie scarpe costano più di un’auto francese di media cilindrata, ma nel prezzo c’è tutto. Un lusso estremo che parte da una materia prima di assoluta qualità e su cui si ha un controllo totale». Alla nostra richiesta di nomi illustri, il Maestro ci ha risposto di non aver mai avuto la necessità di ostentare clientela prestigiosa per vendere il suo prodotto poiché molto sicuro e fiero del proprio valore. «I miei clienti mi rendono felice ed esclusivo e ne sono anche molto geloso. Un nome su tutti è quello di Francesco Cossiga. Aver avuto la sua onorificenza ed essere stimato e ben voluto da lui è una gioia indescrivibile e riempie di orgoglio, ma non ho mai usato la sua influenza per avvantaggiare la mia carriera».
Le scarpe in fossa
«Mi sono inventato una goliardata: le scarpe in fossa». Si tratta di un’idea bizzarra e geniale per far invecchiare il cuoio attraverso un particolare processo di stagionatura. In pratica, manualmente si andava a seppellire le scarpe sottoterra in “fosse” a forma di fiasco, profonde circa 3 metri e con una larghezza di 2 metri. All’interno dei box la temperatura è di 10° C con un’umidità ambientale intorno al 40%. «La sepoltura dura un arco di tempo pari a 4 anni, una “maturazione” che permette di raggiungere la perfezione ed un interessante effetto vintage delle pelli. E il loro valore sale tanto che occorre la figura di un notaio per stimarne il prezzo post-riesumazione” che permette tale processo naturale di invecchiamento». Ogni modello e ogni tipo di pelle animale può essere invecchiato in profondità in una fossa, compresi alligatore e struzzo. Il tempo di stagionatura dipende da fattori variabili e imprevedibili quali sole, pioggia, infiltrazioni, minerali della terra e colate. Le scarpe vengono ritirate periodicamente, solitamente ogni 3-4 mesi, per essere mostrate ai clienti che le hanno ordinate, che hanno così la possibilità di scegliere se far proseguire il periodo di invecchiamento o meno. «Il risultato dell’infossamento con le relative sfumature che la tomaia assume grazie al contatto con la terra e con le intemperie è sconosciuto e imprevedibile. E la certezza di avere ai piedi un pezzo unico al mondo è proprio parte di questa bellezza».
Il vero senso del “su misura”
La realizzazione di calzature fatte a mano su misura non è da ricondurre solo alla scelta della pelle, delle forme e i dettagli da parte del cliente. «Vuol dire che le scarpe verranno create attorno ai suoi piedi, tenendo conto dell’altezza della persona, del suo peso, del suo stile di vita e, ovviamente, della conformazione del piede stesso». Si tratta di un lavoro lungo e meticoloso, che deve tenere conto delle proporzioni del piede e di ogni eventuale zona sensibile e che deve adattare quelle stesse proporzioni alla forma scelta per la scarpa».
Soddisfazioni oltre confine
Gli amanti del bello si trovano dovunque, ma pare che in Italia non ci sia così tanto mercato per l’extra-lusso. «Dopo i primi Pitti, pian piano è arrivata quella notorietà internazionale che tuttora mi porto dietro: Silvano Lattanzi è un brand riconosciuto come baluardo made in Italy nel mondo. Per arrivarci mi ricordo gli infiniti train show negli Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone. In giro per il mondo con la valigia per affermarmi nella produzione di scarpe fatte a mano e su misura. Per quanto riguarda il mercato nazionale, invece, c’è da segnalare una minor soddisfazione: tutto il mondo è disposto a pagare l’extra lusso nella calzatura, Africa compresa, ma certamente meno in Italia».
Un lusso che si ripara
«Proprio in questi giorni ho ricevuto un cliente che mi ha incaricato di sistemargli 4 paia di scarpe comprate a New York 22 anni fa, poiché le vorrebbe usare per altri 20 anni». Un caso non isolato, che va a confermare che la qualità ed il lusso non sono solo il vezzo di un momento, un’esigenza temporanea, ma che durano nel tempo e sono un investimento che ripaga per moltissimi anni».