Formazione e tracciabilità come plus distintivi per scarpe di lusso made in Italy. Dal cuore della Toscana, Gruppo Manifatture Italiane Spa si racconta
Una capacità produttiva da un milione di paia di scarpe all’anno, circa mille dipendenti e un fatturato complessivo al 2020 di oltre 100 milioni di euro, grazie a oltre 20mila metri quadrati di superficie produttiva: quattro stabilimenti di proprietà in Toscana (con 7 linee di montaggio e 8 linee di finitura) e quattro tomaifici esteri (di cui uno in Albania e tre in Tunisia). Abbiamo parlato con l’amministratore delegato Alberto Zunino di GMI – Gruppo Manifatture Italiane, nato nel 2019 e controllato dal fondo di private equity Consilium SGR.
L’azienda e la sua filosofia
«Gruppo Manifatture Italiane nasce alla fine del 2019 con l’acquisizione del calzaturificio Claudia che si va ad aggiungere a River ed Energy, acquisiti nel 2018 – spiega l’amministratore delegato Alberto Zunino – L’obiettivo del progetto è di creare un polo di eccellenza per la produzione di calzature sportive di lusso made in Italy, nel rispetto dei più alti standard qualitativi attraverso una supply chain trasparente e sostenibile, esaltando il saper fare artigiano delle proprie aziende, mediante l’utilizzo delle più avanzate tecnologie di produzione. I calzaturifici appartenenti a GMI coprono una vasta gamma di prodotti che include sneakers, derby, francesine, beatles car shoe, sandali zoccoli ed espadrillas, sia uomo che donna. Con una notevole versatilità in termini di modelli, che rende GMI il partner ideale per i brand che cercano nell’innovazione un fattore distintivo. I nostri clienti sono le principali griffe del lusso, il mercato di riferimento è globale. Lavoriamo costantemente per migliorare la nostra organizzazione e le nostre infrastrutture, dotando le nostre realtà produttive delle più avanzate tecnologie disponibili. Stiamo investendo nell’ammodernamento di alcuni dei nostri stabilimenti, sia in Italia che all’estero, e abbiamo lanciato da qualche mese un progetto per l’introduzione di un nuovo gestionale a supporto di una maggiore informatizzazione dei processi ed evoluzione organizzativa. Il nostro progetto di consolidamento continua e siamo sempre attenti a valutare possibilità di nuove acquisizioni, qualora se ne presentasse l’opportunità».
L’organizzazione aziendale
«La produzione di GMI è organizzata in quattro stabilimenti produttivi di assemblaggio per un totale di circa 15mila metri quadri di superficie – prosegue l’amministratore delegato di Gruppo Manifatture Italiane -. Gli stabilimenti sono localizzati in Toscana: uno in provincia di Lucca a Capannori, due a Fucecchio e uno a Cerreto Guidi in provincia di Firenze. La produzione delle tomaie avviene per circa il 60% presso stabilimenti di proprietà, il rimanente presso fornitori esclusivi situati in Toscana, prevalentemente nei pressi degli stabilimenti di assemblaggio e in Campania. La nostra attività è quella di sviluppare il prodotto per i nostri clienti, ossia realizzare l’intero ciclo produttivo che permette di portare le linee stilistiche definite dal cliente sul prodotto finito. Prototipia, campionari, messa a punto e industrializzazione vengono svolte interamente presso i nostri reparti di modelleria. I nostri reparti di sviluppo prodotto contano circa una quarantina di risorse tra modellisti, operatori CAD, industrializzatori e aggiuntatrici».
I materiali, le tecnologie e l’indotto
«L’approvvigionamento delle materie prime – entra nel dettaglio Alberto Zunino – avviene dietro indicazione dei nostri clienti. Sono loro a scegliere buona parte dei materiali, come pelli, tessuti e accessori. Una volta che i clienti hanno lanciato gli ordini di prodotto finito, si pianifica l’acquisto di tutti i materiali presso i fornitori da loro indicati. Sono prevalentemente italiani, appartenenti ai diversi distretti del lusso, principalmente Toscana, Veneto, Marche e Campania. La professionalità dei calzaturifici consta nel saper lavorare nuovi prodotti e, durante la fase di industrializzazione e messa a punto, nel capire come un eventuale nuovo materiale reagisce ai cicli di lavorazione e nel mettere a punto gli stessi per garantire qualità e affidabilità nella fase di produzione. La lavorazione del prodotto si basa sull’elevata professionalità delle nostre risorse. Le manovie accompagnano una lavorazione artigianale, supportata dai macchinari per alcune fasi produttive. A livello di Gruppo stiamo investendo sulla informatizzazione e l’innovazione di processo. In questo contesto, stiamo implementando un nuovo sistema gestionale che permetterà un maggiore controllo dei processi produttivi, dai quali ci aspettiamo dei benefici di efficienza, grazie a una migliore organizzazione del lavoro e bilanciamento delle fasi produttive. Stiamo investendo anche sull’organizzazione del lavoro: in uno dei nostri stabilimenti abbiamo implementato da poco un’area produttiva di montaggio e finissaggio non legata alla catena di manovia, ma organizzata a isole, con l’obiettivo di agevolare le risorse, realizzando il prodotto in più fasi di lavoro e migliorare la flessibilità e la conciliazione vita/lavoro. Anche il legame con il territorio è molto forte, una larga parte dei fornitori che lavorano con noi fanno parte del nostro distretto calzaturiero. I rapporti sono di lungo periodo: è fondamentale per dare stabilità e garantire la qualità e affidabilità dei cicli produttivi».
Formazione e sostenibilità
«La formazione è un elemento fondamentale del nostro modello operativo – focalizza ancora l’AD di GMI. – Risorse specializzate e in possesso di quel saper fare artigiano calzaturiero che serve per garantire la qualità e i livelli produttivi che il mercato richiede, sono risorse sempre più scarse. Per poter garantire uno sviluppo sostenibile delle nostre realtà, è di vitale importanza la capacità, organizzativa e finanziaria, di investire in formazione per crescere e sviluppare le competenze internamente. Noi abbiamo dei percorsi formativi, sia all’interno dei calzaturifici che all’interno delle giunterie, finalizzati a garantire le competenze professionali necessarie per la crescita produttiva. Nelle nostre manovie abbiamo inserito giovani che hanno effettuato i corsi di operatore calzaturiero promossi nel distretto e inseriamo giovani in stage con l’obiettivo di formarli per garantire il ricambio generazionale e il passaggio di know how. Attualmente negli stabilimenti di Fucecchio e Cerreto Guidi, le manovie di produzione contano quasi il 40% di risorse sotto i 35 anni. Ovviamente anche il tema della sostenibilità è centrale per GMI, non solo quella ambientale ma anche e soprattutto etica e sociale. Riteniamo che il ruolo dei calzaturifici sia fondamentale per garantire il presidio di una filiera che spesso, per caratteristiche del prodotto e dei processi produttivi diventa lunga, coinvolge realtà artigianali anche di dimensioni molto ridotte ed è, per sua natura, complessa da presidiare. A questo proposito abbiamo lanciato da qualche mese un progetto di sostenibilità e trasparenza della filiera che si prefigge appunto l’obiettivo di aumentare la capacità di tracciare e rendere trasparente ai nostri clienti ogni singola lavorazione, nonché di garantire lungo tutta la filiera gli stessi standard di sostenibilità ambientale e sociale adottati dai nostri calzaturifici. A fine luglio, abbiamo anche definito il nostro codice etico e il codice di condotta dei fornitori. Pensiamo che aumentare trasparenza e sostenibilità contribuirà a valorizzare la filiera italiana e difendere il made in Italy come elemento di differenziazione nell’industria del lusso».