Nel 2020 il settore delle calzature registra una particolare sofferenza nel territorio lombardo. Stando ai dati del centro studi di Confindustria Moda, di cui fa parte anche Assocalzaturifici, durante lo scorso anno, Lombardia ha perso 42 calzaturifici e produttori di parti, registrando di conseguenza un calo di addetti di 545 unità. La produzione ha subito una riduzione del 27,1%. Negativi anche fatturato ed export: il primo ha raggiunto 10 miliardi e 720 milioni di euro, segnando un calo del 25,2%, mentre le esportazioni di calzature lombarde hanno visto una diminuzione del 14,7% a valore e del 17,4% a unità.
Tra le prime cinque destinazioni dell’export dalla Regione, che costituiscono circa il 50% del totale, soltanto la Corea del Sud ha visto un aumento nel 2020(+38,1%), mentre gli altri mercati riportano trend negativi: la Francia registra una flessione del 14,5%, gli Usa del 28,3%, Hong Kong del 23,8% e la Germania del 3,5%. Guardando l’export nazionale, la Corea del Sud è ancora uno dei primi mercati di sbocco (+14,3). In contrazione invece l’export verso la Svizzera (-7,6%) la Cina (-4,4%).
«Il 2020 – ha dichiarato Sirio Badon, presidente di Assocalzaturifici – ha avuto pesanti conseguenze economiche per il nostro settore. I dati parlano chiaro. Oltre ad aver lasciato sul terreno circa un quarto della produzione nazionale e del fatturato complessivo, dobbiamo registrare anche un drastico calo dei consumi delle famiglie italiane, sia nella spesa (-23,1%) che nelle quantità (-17,4%). Una flessione importante, malgrado una crescita a doppia cifra per il canale on-line che non riesce a tamponare il crollo dello shopping dei turisti e i mancati introiti da essi derivanti, specialmente per le fasce lusso. E se a queste indicazioni aggiungiamo le criticità che emergono dalle cifre relative alla demografia delle imprese – con un calo del -4% sia nel numero delle aziende che degli addetti diretti, oltre ad un’impennata della Cassa Integrazione Guadagni nell’Area Pelle (+900% le ore autorizzate, dieci volte i livelli del 2019) – il quadro che ne viene fuori non è per nulla confortante».