Secondo la nota congiunturale elaborata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici in occasione di Micam 2021, i dati cumulati dal settore della calzatura nel primo semestre del 2021, mostrano incrementi a doppia cifra sull’anno precedente. Stando ai dati a valore riportati, infatti, la produzione industriale ha registrato un incremento del 13%, il fatturato tra gli associati intervistati è aumentato del 12%, mentre la spesa delle famiglie italiane ha visto una crescita del 17,4%. Ancora più brillante è stato il trend dell’export che ha messo a segno un +31,5%.
Secondo il Centro Studi, però, ma resta ancora elevato il gap con i livelli pre-Covid. «Se le vendite estero – si legge nella nota congiunturale – grazie al terzismo per le multinazionali del lusso, limitano il divario col 2019 attorno al -5% in valore (ma con un -11% in quantità nei primi 5 mesi), domanda interna, produzione industriale e fatturato restano ancora decisamente al di sotto dei livelli, già peraltro poco soddisfacenti, di due anni addietro (con divari superiori al -15%): per 7 aziende calzaturiere su 10 il fatturato è ancora nettamente inferiore».
Tra i mercati esteri, tendenze in ripresa sono state registrate nel commercio verso la Svizzera, la Cina, la Francia e gli USA, mentre un andamento ancora insoddisfacente, ha caratterizzato l’export verso il Giappone e il Regno Unito.
La situazione delle imprese mostra i segni dell’effetto dirompente dell’emergenza Covid, che ha provocato un calo di 2.000 addetti da inizio anno (-3.000 considerando anche la componentistica) e la chiusura di 61 i calzaturifici. La cassa integrazione guadagni nella Filiera Pelle, dopo il record del 2020, segna nel primo semestre un ulteriore +3,8%, con un numero di ore autorizzate dieci volte superiore a due anni addietro.