Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Studi Assomac relativi alle esportazioni gennaio-novembre 2015 dell’industria delle macchine per calzature, pelletteria e conceria si conferma positivo l’andamento delle esportazioni del settore. L’aumento fatto registrare nei primi undici mesi del 2015 è, infatti, pari all’1,7%, inferiore al tendenziale degli anni precedenti, dato che risente dei forti aumenti degli anni scorsi (+15% nel 2013 e +11% nel 2014).
In prospettiva, l’aumento seppur contenuto del 2015 rappresenta un risultato positivo proprio per il fatto di essere il terzo aumento consecutivo e per il fatto che il tendenziale durante l’anno è andato negli ultimi mesi migliorando. Dopo un primo semestre sotto tono, la situazione è sostanzialmente migliorata, riportando l’export complessivo al segno positivo e soprattutto registrando una minore contrazione della meccanica conciaria (-4,7%) e una decisa accelerazione delle vendite estere per l’industria calzaturiera (+12,3%).
Il risultato complessivo (includendo anche le macchine per calzature sintetiche e altri macchinari) è di un export che raggiunge, nei soli 11 mesi del 2015, la soglia di 390 milioni di euro che, se dovesse confermarsi la crescita dell’ultimo periodo, potrebbe facilmente sfondare i 430 milioni di euro, dopo il record dei 422 milioni raggiunto lo scorso anno.
“Rispetto allo scorso anno, la crescita nelle esportazioni che sembra confermarsi anche per il 2015 è caratterizzata da una minore omogeneità”, commenta Gabriella Marchioni Bocca, presidente Assomac e Simac Tanning Tech. Si tratta cioè di un aumento a macchia di leopardo sia per quanto riguarda i comparti, che per i mercati che per le stesse imprese. Riguardo a queste ultime è innegabile che si sia di fronte a un cambiamento strutturale del sistema competitivo e che richiede assetti e organizzazioni diverse dal passato.
La dimensione aziendale risulta quindi una chiave di lettura molto rilevante per interpretare il risultato economico delle imprese anche in relazione alle esportazioni. In altre parole, le imprese migliori sembrano dividersi in due gruppi distinti: le grandi, che certamente hanno le migliori performance, e le piccole, che a livello di redditività sono al di sopra della media.
A livello di mercati, invece, per i due comparti principali, si conferma una tendenza già registrata nel 2014: l’Europa risulta essere, sia per il comparto delle macchine per conceria che per quello per calzature, un’area mercato molto interessante.
Nelle macchine per conceria, l’Europa, che rappresenta il secondo mercato di destinazione con il 28,7% delle esportazioni italiane nel comparto, ha raggiunto nel periodo gennaio-novembre 2015 la quota di quasi 36,8 milioni di euro su un totale di quasi 129 milioni di euro. Rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, le esportazioni verso l’Europa mostrano una crescita del 24,5%, aumento che, per consistenza, stacca nettamente tutti gli altri mercati.
Per il comparto delle macchine per calzature tradizionali (escludendo le macchine per calzature sintetiche), invece, l’Europa fa registrare una sostanziale stabilità degli acquisti: a prima vista, ciò potrebbe far pensare a un risultato negativo anche in relazione ai forti incrementi avuti in altri mercati (Asia +32,1% e America +35,6%). Viceversa si tratta di un risultato notevole se si pensa che il mercato Europeo costituisce, con oltre 50 milioni di euro, oltre il 52,9% delle esportazioni totali (95,9 milioni di euro) nei primi undici mesi del 2015. Ulteriore dato che costituisce una spiegazione al risultato meno positivo del mercato europeo in questo comparto è il forte aumento nell’analogo periodo del 2014 (+18,3%) e quindi gli alti valori raggiunti in quel periodo, che costituiscono il punto di confronto con il 2015.
Nel comparto delle macchine per calzature, peraltro, si sta assistendo a una orientalizzazione delle esportazioni: la quota dell’Asia come mercato di riferimento sta crescendo in modo costante ormai da due stagioni. L’aumento del 32,2% del gennaio-novembre 2015 segue la crescita del 30,9% dell’analogo periodo del 2014 e ha comportato un’ulteriore erosione della quota del mercato europeo. In questi dati, dunque, si leggono due diverse tendenze: da un lato la tecnologia segue in modo chiaro la produzione mondiale dei semilavorati e dei prodotti finiti, spostandosi in quei mercati dove maggiore è la domanda. Il secondo elemento che emerge, tuttavia, è il fatto che, dopo anni, anche in Europa si sta tornando a investire nelle tecnologia per la calzatura e la conceria.