Dall’Italia due terzi del valore della concia europea


Un 2023 di incertezze e alti e bassi ha caratterizzato il trend del settore della conceria italiana, ancora pesantemente in balia di una congiuntura geopolitica complessa e altalenante. Fabrizio Nuti, imprenditore di Santa Croce, e presidente di UnicConcerie Italiane ha fatto il punto della situazione, come riferisce la testata La Nazione.

«Dalle questioni geopolitiche internazionali alle nuove tendenze al consumo – ha dichiarato Nuti –, passando per l’aumento dei costi energetici e la necessità di tutelare in modo specifico le esigenze del settore, sono diverse le incognite che hanno investito l’industria conciaria determinando inevitabilmente una minore brillantezza di alcune performance nell’anno. Ma è proprio in tale contesto che il valore dei risultati ottenuti dalle nostre aziende si può considerare ancora maggiore».

L’Italia infatti mantiene un ruolo primario nell’ambito dell’industria conciaria europea, generando circa due terzi del valore della concia in Europa e un quarto di quella mondiale, anche grazie a una sinergia sempre più stretta con i segmenti del lusso. Intanto si attende dal 20 al 22 febbraio la prossima edizione di Lineapelle che, come dichiara Nuti, promette bene, registrando già dati che «testimoniano la vitalità complessiva del comparto i cui operatori si stanno già muovendo con slancio guardando ai prossimi appuntamenti del settore».

Dall’Italia due terzi del valore della concia europea - Ultima modifica: 2024-01-10T07:00:00+01:00 da Redazione

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