Gioie e dolori dei tacchi alti

Il Dottor Umberto Alfieri Montrasio, Responsabile Unità Specialistica Piede e Caviglia presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

Le scarpe con il tacco alto sono da sempre considerate simbolo di femminilità: indossarle significa sentirsi più alte e sensuali o, semplicemente, assecondare la moda. Anche nei modelli per l’estate 2022 gli stilisti hanno giocato al rialzo, con zeppe e scarpe con plateau e tacco largo, si sono reinventati anche sandali, ciabatte, mules con un minimo comune denominatore: la volontà delle donne di guadagnare qualche centimetro di statura. Statistiche raccolte da studi scientifici accusano però questa tipologia di scarpe di essere la possibile concausa di numerosi problemi a livello di salute. Ci siamo rivolti quindi a un dottore, specialista in ortopedia, per fare chiarezza su questo tema. Il primo quesito che gli abbiamo posto è se questa tipologia di scarpe sono utilizzabili nella normalità della vita quotidiana, oppure se è meglio limitarne l’uso a casi particolari.
Ecco cosa ha risposto il Dottor Umberto Alfieri Montrasio, Responsabile Unità Specialistica Piede e Caviglia presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio: «Se si fa riferimento a un uso serale, in occasioni mondane, allora si possono utilizzare abbastanza tranquillamente. Se invece si allarga l’utilizzo in una situazione di quotidianità, allora la cosa diventa un pochino meno consigliabile, specie se sono previsti camminamenti per tragitti lunghi, se si ha una vita molto frenetica, oppure ancora se l’uso è molto prolungato. Meglio trovare degli escamotage per ridurne il tempo di impiego, come, per esempio, portare queste scarpe nella borsa nel corso degli spostamenti, cioè mentre si guida in macchina o si viaggia nei mezzi pubblici e indossarle una volta arrivate alla destinazione che ne richiede l’utilizzo. Questa, banalmente, potrebbe essere una soluzione».

Il piede soprattutto, ma anche la postura
Ma cosa succede quando si indossano i tacchi alti? Più di altre parti del corpo, il piede assolve alla funzione di sostegno e regola l’equilibrio durante la deambulazione consentendo il mantenimento della posizione eretta e l’adattabilità alle varie superfici. Su questa struttura agiscono inoltre tutti i carichi generati dal movimento. Con i tacchi alti si cammina praticamente in punta di piedi e quindi si sposta automaticamente il bacino indietro e l’addome in avanti, accentuando la curva lombare.
Abbiamo chiesto al nostro interlocutore se capita di frequente che pazienti si rivolgono a lui accusando dolori che possono essere riconducibili all’uso di questa tipologia di scarpe. E se i tacchi alti incidono sfavorevolmente sulla postura, causando eventuali dolori alla schiena. «È chiaro che con l’uso esagerato di queste scarpe dal look molto aggressivo – risponde Alfieri Montrasio – si può verificare la situazione in cui la paziente arriva da me accusando dolori ai piedi. L’utilizzo prolungato di queste calzature può causare vari disturbi causati da una postura non corretta, ma anche problemi principalmente a carico dell’avampiede, quella parte del piede, composta dai 5 metatarsali con le rispettive dita che coinvolge 14 ossa, che viene sovraccaricata funzionalmente, perché la pressione sul piede è tutta sbilanciata in avanti. A seconda poi dello stile della scarpa, anche la parte mediale e il dorso del piede possono essere sollecitati eccessivamente. Il tacco alto incide poi sfavorevolmente anche sulla postura che diventa rigida e innaturale. Con una postura alterata possono verificarsi problemi a carico del rachide, specie nel tratto lombo-sacrale, situazioni che causano dolori alle ginocchia. Sia camminare a piedi nudi, a meno che non sia in spiaggia sulla sabbia, oppure in casa, ma per breve tempo, sia camminare indossando scarpe con tacchi importanti cambia totalmente la postura in senso sfavorevole. Il tacco alto richiede un lavoro sinergico della muscolatura del piede e della gamba per mantenere l’equilibrio su una base d’appoggio ridotta, quindi è necessaria una grande capacità propriocettiva del piede e della caviglia. Inoltre, in casi di uso prolungato della scarpa con tacco alto, il tendine d’Achille si abitua a questo accorciamento tale da creare patologie a carico dello stesso tendine o della fascia plantare quando successivamente si abbassi il tacco».
Un uso prolungato di scarpe con tacco molto alto oppure prive di tacco non aiuta quindi la salute del piede.
«Le principali patologie che si possono verificare – spiega Alfieri Montrasio – possono essere una metatarsalgia, ovvero un dolore fisso sulle teste dei metatarsali, oppure possono entrare in crisi le dita perché molto sollecitate dal sovraccarico dell’avampiede, con una metatarsalgia tipo neuroma di Morton».

La scarpa ideale per l’uso quotidiano
Ma quali sono i consigli che si sentirebbe di dare il nostro interlocutore a chi non vuole rinunciare a questo dettame della moda? Come si può trovare il giusto equilibrio tra bellezza e salute?
«È chiaro – afferma Alfieri Montrasio – che ci sono situazioni anche professionali che prevedono l’utilizzo di scarpe con tacco alto, ma sulla quotidianità meglio essere cauti. Il tacco a base larga oppure la zeppa possono essere d’aiuto. Consiglierei comunque di non abusarne, specie se bisogna camminare molto, preferire tacchi a base larga, ma, oltre che al tacco, fare attenzione anche agli altri aspetti che riguardano la scarpa. Evitare per esempio di indossare scarpe realizzate con materiali rigidi e duri, e, cosa non banale, privilegiare modelli che rispettino la larghezza della pianta del piede per evitare contratture delle dita (dita a martello) oppure irritazione del nervo interdigitale che possono causare il neuroma di Morton. Se indossiamo infatti scarpe con un tacco molto pronunciato, molto affusolate e con una punta stretta e magari con una scollatura importante, forse non vogliamo bene al nostro piede. Anche camminare con le scarpe prive di tacco o con pochissimo tacco, una situazione all’opposto di quella presa in esame, non agevola la fisiologia del piede».
Ma quali caratteristiche dovrebbe avere, a parere del nostro interlocutore, la scarpa ideale dal punto di vista della salute? Quale è il rapporto ottimale scarpa-piede?
«Se volessimo tratteggiare le caratteristiche della scarpa ideale – risponde Alfieri Montrasio – è quella che ha una forma che rispetta le caratteristiche anatomiche del nostro piede, sia quelle del morfotipo digitale tipo greco con secondo dito più lungo, sia quelle di tipo egizio, dove l’alluce è più lungo del secondo dito, e anche della larghezza del nostro avampiede. Inoltre, la scarpa deve essere dotata di una suola di qualità, e poi deve essere un manufatto di qualità in tutti i suoi aspetti. Ritornando invece al tacco, è da evitare l’uso prolungato di scarpe prive di tacco o con tacco esagerato, mentre è sempre consigliabile avere un tacco 2,5- 3 cm, ma anche 4 cm, magari a base larga, perché è quello che aiuta la funzionalità del piede».

Gioie e dolori dei tacchi alti - Ultima modifica: 2023-01-24T09:15:34+01:00 da Maria Pia Longo

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