Il sottopiede è uno dei componenti fondamentali per una buona riuscita della scarpa. Lo dimostra nei fatti l’impegno delle aziende, documentato in questo nostro speciale, alla ricerca continua di nuovi materiali e di soluzioni tecnologiche che consentano di offrire al mercato prodotti performanti con elevati standard di qualità, comfort e sicurezza.
Il sottopiede costituisce l’architrave della struttura della scarpa. E costituisce, al tempo stesso, la base di appoggio del piede. Deve pertanto garantire caratteristiche tecniche di lavorabilità, assicurare la buona riuscita della scarpa nel tempo, ricercare la soddisfazione del consumatore che si aspetterà sempre: comfort, facilità di camminata e sicurezza d’uso. Vi sono vari tipi di sottopiede che rispondono alle esigenze costruttive delle diverse tipologie di calzature. Ai fini della nostra inchiesta abbiamo considerato:
- il sottopiede di costruzione o di montaggio;
- il sottopiede comfort e/o estraibile.
Il sottopiede di costruzione o di montaggio è usato per la fabbricazione di molti tipi di calzature. In particolare per quelle da donna con tacco applicato con chiodi e viti. Le sue caratteristiche prestazionali variano in funzione dell’altezza del tacco e del modello da realizzare. Tra queste sono da ricordare:
- la resistenza alle sollecitazioni dovute ai carichi di peso e al movimento;
- la resistenza e la stabilità del punto di appoggio durante la camminata;
- la resistenza alle deformazioni a causa dell’umidità provocata dal sudore o dall’acqua;
- la capacità di assorbimento o de-assorbimento dell’umidità;
- la stabilità dimensionale conseguente agli stress da lavorazione e all’uso della scarpa stessa;
- la stabilità della forma originale e il suo mantenimento nel tempo;
- la lavorabilità dei materiali e la capacità di far ancorare l’adesivo;
- la capacità di tenere chiodi, viti e graffe per l’ancoraggio del tacco;
- la rigidità della parte posteriore e la flessibilità nella parte anteriore del sottopiede;
- la sicurezza chimica dei materiali utilizzati.
Il sottopiede di montaggio assume tutta la sua importanza quando la moda impone tacchi con stelo sempre più fine, altezze sempre più alte e spazi utili per l’inchiodatura del tacco sempre più ristretti. Altezze che, oltre alle difficoltà di fabbricazione della scarpa, costringono il piede a un assetto innaturale che tende a spostare tutto il peso sulla pianta a seguito della riduzione della superficie utile di appoggio. La progettazione del sottopiede diventa in questi casi ancora più difficile. Non basta infatti che questo combaci perfettamente alla forma. Servono altri elementi che solo l’esperienza dei tecnici del solettificio possono assicurare: a partire dalla scelta dei materiali.
I materiali
Il sottopiede si compone di tre elementi e può essere realizzato in vari materiali:
- la soletta, generalmente realizzata in materiali cellulosici, cuoio o altri materiali;
- la tallonetta, solitamente realizzata in cartone fibrato, che parte dal punto estremo del profilo del calcagno e assottigliandosi, arriva all’imboccatura della superficie di appoggio della pianta;
- la lamina in acciaio che serve da sostegno all’arco del piede.
Tra i materiali più usati per la fabbricazione della soletta vi sono quelli a fibra cellulosica, ottenuti dall’impasto di fibre naturali con sostanze leganti come il lattice e l’aggiunta o meno di altre resine. Questi materiali mantengono nel tempo caratteristiche di elasticità e di morbidezza, e favoriscono l’assorbimento e il de-assorbimento del sudore.
Per la fabbricazione delle tallonette si usano invece materiali di cartone fibrato. Il cartone fibrato si ottiene a partire da materiali cellulosici con l’aggiunta di carta e cartone da riciclo, opportunamente selezionati e lavorati fino a ottenere un impasto che, ulteriormente lavorato, consente di ottenere i tradizionali fogli di cartone generalmente di colore rosso o marrone. Tra le sue caratteristiche vi sono la rigidità e durezza, la resistenza allo sfogliamento, la stabilità dimensionale e una certa elasticità.
La lamina in acciaio o cambriglione è un lamierino di acciaio carbonio per molle, bonificato (tempra più rinvenimento) a cui è stata data, mediante stampi e pressa, una particolare configurazione detta cambratura, correlata all’altezza del tacco e combaciante con la linea di curvatura della forma.
I parametri più importanti per una classificazione della lamina sono:
- le misure in mm di larghezza e dello spessore dell’acciaio che si possono sintetizzare in: leggere, normali, medie, pesanti.
- la lunghezza in mm misurata lungo l’arco di curvatura.
Il sottopiede estraibile o di comfort
Con la diffusione delle sneaker ci siamo abituati a vedere sempre di più la scarpa come uno strumento che deve assicurare comodità e comfort nella camminata e garantire un elevato senso di benessere. Tutto questo è reso possibile anche grazie all’adozione di sottopiedi, per lo più estraibili, comunemente chiamati “plantari” o “fusbett”. Una gamma di prodotti che si è sviluppata nel tempo e che oggi risulta essere molto ampia e variegata.
Limitandoci ai principali possiamo dire che sono realizzati in schiuma di poliuretano espanso. Un materiale che può avere le più diverse caratteristiche di memoria, elasticità e comfort garantendo al tempo stesso il mantenimento della forma originale nel tempo. Ma anche di traspirabilità e non assorbenza del sudore con caratteristiche che ne favoriscono l’allontanamento dalla pianta del piede. Oltre ai poliuretani espansi vi è poi un’altra gamma di prodotti altrettanto importanti che sono i termoformati in EVA o PE o PU. In questi ultimi anni vi è stato un forte aumento della domanda di prodotti di origine naturale che hanno portato alla produzione di sottopiedi in sughero/lattice e in altri agglomerati speciali formati prevalentemente da fibre vegetali. O in abbinamento tra fibre e materiali di origine vegetale, naturale e animale con l’impiego di cocco, sughero, cotone, lino, alpaca o cashmere, e altro. Un processo continuo di innovazione con la ricerca di materiali sempre nuovi come ampiamente dimostrato negli articoli di questa inchiesta.
- UNI CEN ISO/TR 20881
UNI CEN ISO/TR 20881 del maggio 2007 – Rapporto Tecnico – Calzature; Requisiti prestazionali per componenti per calzature – Sottopiedi.
Il rapporto tecnico UNI CEN ISO/TR 20881 stabilisce i requisiti prestazionali per componenti per sottopiedi per calzature (escluse le calzature finite) indipendentemente dal materiale, al fine di valutarne l’idoneità per l’utilizzo finale. La norma stabilisce i metodi di prova utilizzati per valutare la conformità di tali requisiti. Tra i principali requisiti richiesti: contenuto di sostanze solubili in acqua; resistenza alla delaminazione; resistenza all’abrasione; resistenza alla trazione del punto di cucitura; stabilità dimensionale; assorbimento e de assorbimento dell’umidità; forza di resistenza all’estrazione del chiodo.
- UNI CEN ISO/TR 20882
UNI CEN ISO/TR 20882 del maggio 2007 – Rapporto Tecnico – Calzature; Requisiti prestazionali per componenti per calzature – Fodera e Sottopiedi di pulizia.
Il rapporto tecnico UNI CEN ISO/TR 20882 stabilisce i requisiti prestazionali per fodera e sottopiedi di pulizia per calzature (escluse le calzature finite), indipendentemente dal materiale, al fine di valutarne l’idoneità per l’utilizzo finale. La norma stabilisce i metodi di prova utilizzati per valutare la conformità di tali requisiti. Tra i requisiti essenziali: resistenza alla trazione; resistenza alla cucitura; resistenza allo scolorimento; resistenza all’abrasione; capacità di assorbimento e de assorbimento dell’umidità. La norma indica specifiche caratteristiche per le calzature suddivise in categorie quali: calzature per lo sport; la scuola; casual; uomo da città; donna da città; moda; da bambino; per il freddo e la pioggia; da casa.
- UNI CEN ISO/TR 20883
UNI CEN ISO/TR 20883 del maggio 2007 – Rapporto Tecnico – Calzature; Requisiti prestazionali per componenti per calzature – Cambriglioni (lamine).
Il rapporto tecnico UNI CEN ISO/TR 20883 stabilisce i requisiti prestazionali per cambriglioni per calzature (escluse le calzature finite), indipendentemente dal materiale, al fine di valutarne l’idoneità per l’utilizzo finale. La norma stabilisce i metodi di prova utilizzati per valutare la conformità di tali requisiti. Tra i requisiti essenziali vi sono la resistenza alla fatica e la rigidità longitudinale.