In un’attualità in cui tutti parlano di Intelligenza Artificale (AI), il brand canadese Di Bianco si fa baluardo di un’altra AI, l’Innovazione Artigianale, concept di base per la creazione di ogni collezione che punta all’eccellenza mediante un “fatto a mano” autentico e che si avvale di un miglioramento continuo.
Già dal nome scelto per il marchio, ovvero la traduzione del suo cognome in italiano, è possibile comprendere la grande passione per l’Italia e l’artigianalità tricolore del fondatore William White.
«L’offerta si divide nella categoria formale di altissima gamma, per cui facciamo lavorazioni molto complicate completamente cucite a mano, tra cui norvegese, tirolese e goodyear, e una proposta business casual, principalmente destinata al pubblico americano».
Per scoprire come nasce una scarpa Di Bianco siamo andati a visitare una delle fabbriche italiane che il brand ha scelto come punta di diamante per la sua produzione grazie alla scrupolosa precisione e artigianalità, unità ad un’efficace innovazione tecnologica. Si tratta del Calzaturificio Caccin Laudino a S. Giorgio delle Pertiche, in provincia di Padova. Qui abbiamo intervistato il londinese Aaron Lotey, direttore creativo di Di Bianco, da circa tre anni al timone del reparto più strategico del brand americano, che ha ora l’obiettivo di attrarre sempre di più il mercato italiano. «Credo profondamente in questa azienda e mi sta dando in effetti grandissime soddisfazioni. Serviva energia nuova e il mio trascorso aveva tutto il potenziale per dare al brand una direzione più precisa e una strategia puntuale per categorizzare e presentare i prodotti».
Qual è il concept che sta alla base delle calzature Di Bianco?
La creazione di scarpe sempre più comode e flessibili, ma con l’aspetto elegante di una scarpa “dura”, con un’estetica rigida e piuttosto classica. L’obiettivo primario è quindi far sposare queste due caratteristiche principali che, in genere, non vanno così d’accordo e dar modo di indossare anche per molte ore scarpe che siano molto belle e formali, senza accusare alcun fastidio ai piedi. Insomma, la comodità è il must di ogni calzatura Di Bianco.
Come è possibile ottenere questo risultato?
Con l’innovazione che si sposa con l’artigianalità, utilizzando pellami più sostenibili, suole più flessibili, fodere che fanno respirare il piede e ricorrendo a uno speciale gel nella scarpa prodotto dall’azienda tedesca Technogel. Si tratta di un esclusivo materiale in gel liquido privo di plastificanti, capace di modellarsi in tre dimensioni. E se la schiuma ha una durata limitata e quindi una scadenza di utilizzo dopo la quale diventa più rigida, il gel che utilizziamo non ha termine e svolge il suo compito nella scarpa formale a tempo indeterminato.
Quali strategie sono state adottate, invece, per la suola?
Già 8 anni fa ha scelto di realizzare una suola con battistrada in gomma, antiscivolo e con intersuola in gomma. Oggi, mixare cuoio e gomma è diventato normale, lo stanno facendo un po’ tutti, ma Di Bianco ci ha dato credito in tempi non sospetti con l’obiettivo di rendere la scarpa bella esteticamente, ma estremamente comoda, in linea con l’idea americana di calzatura.
Dal punto di vista del design parliamo quindi di forme che rispondono ad un gusto europeo, adattato per il mercato oltreoceano. Quali altre innovazioni sono funzionali per questo obiettivo?
Di Bianco è pioniere in tal senso poiché ha mantenuto un prodotto artigianale, apportando innovazione strategiche. Ad esempio, studiando una scarpa semisfoderata, mettendo la fodera solo dove necessario, quindi nei punti di rinforzo come la linguetta e il puntale, mentre ai lati e nei punti di articolazione è presente solo la tomaia. Ed è una grande peculiarità di un’estrema lavorazione artigianale.
Quale altro elemento lo rivela?
I colori sono tamponati a mano, anche con particolari nuance, come l’effetto “nuvolato”, un colore omogeneo con ombratura che è cartina di tornasole del vero autentico “fatto a mano” poiché è impossibile riprodurlo con l’aerografo. Se c’è la nuvolatura, allora è veramente artigianale.
Restiamo in tema di pellami…
Scegliamo le pelli più pregiate, compresa quella di alligatore e struzzo certificate e, in generale, scegliamo la pelle più fine disponibile sul mercato, anche con spessore 0,4 mm. Utilizziamo camoscio con tela accoppiato con teflon antimacchia e camoscio idrorepellente, ma anche una fibra di polietilene con proprietà uniche, utilizzata per il tessile militare. Si chiama Dyneema, ha un’altissima resistenza alla trazione ed è 15 volte più resistente dell’acciaio, scongiurando qualsiasi problema di strappo.
Quali scelte, invece, per le sneakers?
L’utilizzo di materiali innovativi, come nel modello “Binetto”, una sneakers classica rivista a modo Di Bianco con massima attenzione alla sostenibilità. La suola è fatta di lattice completamente biodegradabile, proveniente da un particolare albero del Vietnam. Inoltre, è presente il guardolo che richiama al classico, una lavorazione decisamente strana per le sneakers. Abbiamo voluto proporre un classico “spostato nel moderno”.
Si tratta quindi dell’approccio leitmotiv?
Esatto. Il brand è nato per produttore scarpe formali e ha introdotto sneakers per necessità di mercato. Lo ha fatto non snaturando il proprio DNA della scarpa classica, ma utilizzando quegli stessi pellami anche per le sneakers, compresa la nuvolatura a mano e la fodera in pelle d’agnello.
Prima si parlava di scelte sostenibili…
Tra i motivi per cui ho sposato il brand c’è proprio la volontà di utilizzare materiali naturali e sostenibili. Oltre alla soletta totalmente biodegradabile, un’altra scelta sostenibile è l’utilizzo di pellame che ha una concia secca, 100% senza acqua. In tal senso è cruciale la scelta di fornitori che sposino la nostra stessa filosofia poiché la scarpa è formata da tante componenti diverse come i tipi di pelle con conceria diverse, la suola, l’intersuola, il guardolo, il filo, il puntale e il contrafforte che nessuno vedrà mai. Ma ogni piccolo pezzetto deve essere in linea con il nostro concept ed è sottoposto ad audit per arrivare al prodotto migliore che sia il più sostenibile, il più comodo e il più innovativo possibile.
Invece, alcune scelte estetiche particolari?
Le cuciture false laserate sono un tocco formale che denota la massima attenzione verso l’estetica classica. Si tratta di una sorta di “trompe l’oeil”, un vero lusso che piace molto al pubblico maschile, che è generalmente alla ricerca di una calzatura che sia più complicata e tecnica possibile.