Le testimonianze archeologiche confermano che i sandali sono la prima forma di calzatura diffusa nel Neolitico. I primi modelli risalgono a 9mila anni fa e sono stati rinvenuti nel sito americano di Fort Rock Cave, in Oregon. Gli scavi hanno portato infatti alla luce dei sandali a punta chiusa realizzati intrecciando corteccia di salvia.
È però con l’avvento delle grandi civiltà, che i sandali finirono per diventare un simbolo di prestigio e di ricchezza. Ne sono un esempio le intramontabili infradito trovate nella tomba di Tutankhamon, alcune delle quali arricchite da pietre e metalli preziosi.
Il periodo d’oro di queste calzature è però quello greco, quando viene coniata la parola sandalo per indicare una scarpa costituita da una suola e varie liste di cuoio intrecciate, che viene ripresa e diffusa dai romani in maniera capillare in tutto l’Impero.
Con la caduta dell’Impero romano, i sandali diventano simbolo della vita monastica e bisognerà attendere la fine del Settecento per vederli nuovamente indossati, quando il ritorno al classicismo influenzò anche il modo di abbigliarsi.