La pelletteria italiana rallenta la sua corsa all’estero

Riccardo Braccialini_pres_AIMPESAimpes, attraverso il suo presidente Riccardo Braccialini (nella foto), ha reso noti i dati relativi al consuntivo 2015 e al primo trimestre 2016. Nel 2015 il settore ha beneficiato ancora della spinta generata dal fatturato estero (6,5 miliardi il valore complessivo delle merci esportate) chiudendo l’anno con un incremento del 6% in valore e del 3% in quantità, e facendo registrare un saldo attivo della bilancia commerciale di 3,9 miliardi. La frenata del lusso che si è verificata però a fine anno trova conferma nell’andamento delle esportazioni nei primi tre mesi del 2016: il fatturato estero, attestatosi a 1,6 miliardi, registra infatti una lievissima flessione dello 0,05%. In particolare, i prodotti in pelle arretrano del 3,3% e le borse per donna dell’1,7%. I prodotti realizzati in sintetico vedono invece nel complesso una fase espansiva del fatturato (+12%) che risulta particolarmente significativa per la piccola pelletteria (+22%).

Sul fronte dei mercati, gli Stati Uniti hanno visto diminuire il fatturato del settore cedendo quasi l’11% sul 2015, pur aumentando il volume degli acquisti dall’Italia (+2,2%), a significare che rimane ben saldo l’interesse del consumatore americano verso l’offerta di pelletteria italiana di alta qualità e di design. Nel primo trimestre del 2016, il fatturato export negli Usa ha raggiunto 133 milioni, ponendosi al quarto posto tra i mercati di maggiore rilevanza per il settore. Un primo trimestre confortante per le vendite in Giappone per il quale l’Italia è il secondo paese fornitore: le vendite crescono in valore (e in modo analogo in volume) di quasi il 13% nel periodo considerato, attestandosi oltre i 122 milioni di euro. Il mix di export verso questo mercato evidenzia una forte componente di prodotti di fascia alta e lusso, con un prezzo medio superiore ai 200 euro, cresciuto del 10% sul 2015.

La Cina mostra una flessione importante del fatturato (-15%) che mette in risalto, in questo caso, la tendenza ad acquistare in modo più contenuto il lusso e i prodotti dei brand: i volumi esportati infatti aumentano dell’11%. Gli acquisti cinesi dall’Italia si posizionano quindi, mediamente, su una fascia di mercato meno alta, anche se si assiste sempre più al fenomeno, che qualcuno ha definito di delocalizzazione al contrario, di griffe cinesi che affidano la realizzazione di prodotti di alta gamma a laboratori specializzati italiani. Hong Kong si conferma quarto mercato di sbocco per la pelletteria italiana con quasi 148 milioni di fatturato, una crescita del 6% e una sostanziale stabilità nei volumi esportati (-0,6%). In Europa crescono le vendita in Germania (+15%), Spagna (+7,6%) e Francia (+5,2%), mentre arretra il mercato del Regno Unito (-61%) che è stato sempre in positivo negli ultimi tre anni. Stabile, dopo due anni di forte arretramento, il fatturato nella Federazione Russa (-0,1%), più accentuato il calo dei volumi (-3,6%).

La pelletteria italiana rallenta la sua corsa all’estero - Ultima modifica: 2016-08-08T10:51:49+02:00 da Paola Pagani

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