Nuove frontiere per la rintracciabilità di prodotto

L’azienda Marcom Import Export ha studiato la possibilità di applicare sulle proprie lamine in acciaio, core business aziendale, un chip passivo che può ricevere informazioni lungo tutta la filiera e restituirle al consumatore semplicemente avvicinando uno smartphone. Una soluzione innovativa e invisibile, applicabile anche a sandali e decolleté

La Marcom Import Export di Pieve a Nievole (PT), specializzata da 40 anni in componentistica per calzature, non venendo mai meno alla propria natura di azienda innovativa, propositiva e da sempre proiettata nel futuro, da qualche tempo sta studiando alcune soluzioni per affidare al proprio articolo core business, ovvero le lamine in acciaio, anche una funzione di servizio legata a rintracciabilità e sostenibilità. A tal proposito recentemente ha messo a punto un sistema all’avanguardia per applicare sulle proprie lamine un chip passivo, invisibile come invisibili sono le lamine stesse, che può ricevere informazioni lungo tutta la filiera e restituire al consumatore quelle che gli interessano.
Perché questa scelta? A spiegarcelo è Marco Marucci, amministratore unico dell’azienda, che afferma: «La sostenibilità ambientale è uno dei megatrend del momento. Tutti gli analisti di mercato sono concordi nel sostenere che le nuove generazioni sono molto sensibili ai temi ecologici e molte scelte di acquisto sono e saranno dettate da fattori legati alla sostenibilità. Ma come è possibile passare dalla semplice annunciazione ai fini di marketing all’applicazione di una specifica piattaforma che sia veramente utile allo scopo? Attraverso l’implementazione di un processo sicuro e certo di rintracciabilità di prodotto lungo tutta la filiera. Solo conoscendo nei minimi particolari le provenienze di tutte le materie prime infatti possiamo garantire al nostro cliente finale l’utilizzo di pratiche di produzione il più sostenibili possibile e a minor impatto ambientale. Il mondo digitale ci offre molte soluzioni utili a tale scopo».

Il progetto Smart Shank

Marco Marucci, amministratore unico dell’azienda

Ecco dunque Smart Shank, un progetto d’avanguardia, che vede l’inserimento all’interno delle lamine di un chip NFC, Near Field Communication, in grado di dialogare con il consumatore attraverso la mediazione di uno smartphone situato a breve distanza.
«La lamina in acciaio si trova in una posizione poco accessibile per una possibile manomissione perché è inserita nel soletto, è rigida e non flette – spiega Marucci -. È in grado di offrire una protezione al chip stesso sia durante tutte le fasi della lavorazione della calzatura sia durante l’uso stesso. Si tratta infatti di una zona che per sua natura non è soggetta a umidità e a movimenti, come nel caso, ad esempio, della pianta della calzatura».
E se per sneaker, borse, cinture o abbigliamento l’inserimento di un NFC è prassi e non crea problemi, dato lo spazio a disposizione, nel caso di sandali e decolleté la soluzione proposta da Marcom IE si rivela veramente innovativa, dal momento che i chip hanno spessori di 0,5-0,7 mm e in qualunque altro punto sarebbero visibili.
«Il nostro obiettivo – continua Marucci – è quello di suggerire il nostro articolo come piattaforma fisica dove installare il cuore del sistema per proteggerlo durante la vita della calzatura. Con un chip a tecnologia NFC diamo la possibilità al consumatore che possiede uno smartphone di annullare la distanza tra lui e il produttore, ovunque essi siano, accedendo a varie informazioni semplicemente avvicinando il dispositivo alla calzatura. Un progetto che è una risposta a una richiesta di trasparenza che ci proviene dal mercato e che ci permetterà di aggiungere alla tipica funzione manifatturiera anche una funzione di servizio».

Trasparenza lungo tutta la filiera
Ma quali sono queste informazioni che per i consumatori, soprattutto per quelli della generazione Z, sono così interessanti e sembrano già condizionare le scelte d’acquisto, attuali e future?
«Innanzi tutto potrebbe trattarsi di un codice anticontraffazione, non modificabile, che rappresenta una vera e propria carta d’identità del prodotto e ne garantisce l’autenticità – afferma Marucci – I chip hanno un’area che è già preregistrata dal produttore con un codice; hanno poi un’altra area che possiamo caricare noi in autonomia. In quest’area possiamo inserire un codice anticontraffazione oppure uno o più link che rimandano a uno o più siti web e ottenere così alti contenuti multimediali dedicati alla calzatura. Possiamo inoltre progressivamente lungo l’intera filiera di produzione inserire vari codici che contraddistinguono i fornitori coinvolti, dal pellame alle suole, ai tacchi, e ottenere così la rintracciabilità del prodotto».

Verso nuove frontiere
Ma l’azienda può spingersi oltre. Le nuove frontiere tecnologiche offrono la possibilità, infatti, di legare attraverso un NFT, Non-Fungible Token, ossia delle informazioni digitali non fungibili, la calzatura fisica a una sua gemella digitale e di accedere così a piattaforme basate sulla blockchain, una sorta di registro digitale condiviso e immutabile dove vengono memorizzate le transazioni di dati che non possono essere alterati, manipolati o eliminati.
Numerosi gli esempi di utilizzo già oggi di codici NFT nel mondo della moda, ma anche dell’arte, dello sport…
«Queste piattaforme blockchain disintermediano qualunque ufficio – afferma Marucci -, per cui applicando questo tipo di tecnologia a determinati prodotti si riesce ad arrivare ad aspetti del business che vanno oltre la semplice vendita dell’oggetto. Se ad esempio io compro una scarpa e insieme alla scarpa compro anche una sua identità digitale, un NFT, questo NFT attraverso uno smart contract, cioè un protocollo informatico basato sulla tecnologia blockchain che facilita e verifica l’esecuzione di un contratto, dimostra l’autenticità e l’unicità del prodotto.
Attraverso Smart Contract potremo immaginarci tantissime altre soluzioni, non ultimo facilitare le applicazioni su piattaforme di usato, altra maniera per aiutare la sostenibilità del nostro settore».
E conclude: «Ma c’è di più: possedendo anche il gemello digitale, posso indossare le mie scarpe attraverso la Realtà Aumentata o in un ambiente totalmente digitale (Metaverso) dove posso interagire con altri utenti online e sfoggiare il mio nuovo acquisto. Ma qui stiamo veramente parlando di frontiere lontane, anche se non troppo!».

Nuove frontiere per la rintracciabilità di prodotto - Ultima modifica: 2022-02-24T07:00:00+01:00 da Paola Tisi

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here