Assocalzaturifici indica la strada e presenta i dati di bilancio 2016 e del primo trimestre 2017 nell’assemblea annuale “Smart Factory – L’Italia Manifatturiera in corsa per lo sviluppo dell’industria 4.0”. Un quadro interessante che impone comunque una riflessione. Da una parte, i risultati di un anno di lavoro da cui emerge che l’Italia è la piattaforma manifatturiera di tutti i più grandi nomi della moda mondiale. Rappresenta ancora un terzo della produzione europea di calzature in volume (oltre la metà in valore). Continua ad avere quasi 5.000 calzaturifici attivi che impiegano oltre 76.000 addetti. Mantiene una forte propensione all’export e, dopo un andamento in chiaro scuro nel 2016, registra nel primo trimestre 2017, crescite significative del 13%, totalizzando incrementi vicino al 5% in valore e al 2% in quantità nell’intero trimestre 2017. Dall’altra, la sfida di Industria 4.0 che impone cambiamenti radicali. Le vecchie fabbriche dovranno rinnovarsi per gestire un flusso continuo di dati e informazioni. Il lavoro si sposterà dalla produzione alla ricerca, alla progettazione, alla creatività all’assistenza al cliente. Cambierà la distribuzione del lavoro e cambieranno le professionalità, i ruoli e le mansioni e si farà largo uso dell’intelligenza artificiale, delle automazioni e delle tecnologie di comunicazione.
Le tecnologie saranno fondamentali ma le persone continueranno ad avere un ruolo centrale se solo riusciremo ad attivare percorsi di Reverse Mentoring. Un processo in cui i senior insegnano il mestiere ai più giovani e da questi imparano non solo a utilizzare al meglio gli strumenti digitali, ma anche e soprattutto la capacità di adattarsi ai cambiamenti.
Industria 4.0 potrà essere la grande rivoluzione che, cambiando la cultura aziendale e attivando un processo di condivisione delle conoscenze, consentirà di fabbricare prodotti con maggiore valore aggiunto aumentando i margini di competitività delle nostre aziende. Premesse per continuare a credere che sia ancora possibile portare e mantenere la manifattura italiana al centro del dibattito istituzionale nel nostro Paese, creando le condizioni indispensabili per tutelare la qualità e l’unicità del Made in italy. I dati di Confindustria Moda parlano di 67.000 imprese che generano un fatturato superiore a 88 miliardi di euro e danno lavoro a più di 580.000 lavoratori. Pretendere che la classe politica italiana ne sia consapevole è il minimo che si possa fare. Da parte nostra siamo convinti che il settore abbia le carte in regola per giocare e vincere la partita di Industria 4.0, a patto che i calzaturieri decidano ancora una volta di esserne protagonisti.