Acronimo di Bot Initiated Longevity Lab, ha debuttato di recente nella Nike Town di Londra con un test pilota. Lo scopo è quello di prolungare la vita dei prodotti e quindi ridurre significativamente l’impatto sul pianeta, tracciando la strada verso un futuro circolare. Stiamo parlando di B.I.L.L., l’ultimo esperimento di Nike che comprende prodotti realizzati con l’intenzione di essere riutilizzati, rielaborati e riscoperti.
Come funziona
Il mix con cui si concretizza il progetto è costituito da robotica avanzata, lavoro artigianale, prodotti per la pulizia a base d’acqua e patch in poliestere riciclato.
Una sinergia che permette di prolungare ad oggi la vita di Air Force 1, Air Jordan 1, Space Hippie 01 e Nike Dunks. In pratica, dopo aver inserito una scarpa nel robot, composto da numerose “gambe”, spazzole e altri strumenti per pulire e riparare a fondo le vecchie scarpe da ginnastica, viene creato un modello digitale tridimensionale della scarpa in circa 45 minuti. Il passaggio successivo è l’individuazione delle aree dettagliate da pulire sulla tomaia, sui fianchi e sulla suola. Quindi è il momento di selezionare i patch per riparare le aree di usura sulla tomaia della scarpa e, dopo, è possibile aggiungere nuove fodere e lacci realizzati con materiali riciclati.
L’importanza del riutilizzo
Della personalizzazione e dell’amore per le sneaker ne abbiamo parlato qualche numero fa attraverso un grandangolo con esperti del settore. Ora, quest’innovazione messa in campo da Nike va oltre e permette di personalizzare nella contingenza del recupero delle proprie scarpe. «Riuscire a mantenere le proprie vecchie scarpe, facendo vivere loro una seconda vita è un fatto intimo. Del resto, riparare un prodotto è un modo per estendere la nostra memoria. Ecco: B.I.L.L. è uno strumento che consente proprio questo aiutando con un tencologia che supera i limiti, ma che permette un servizio dal carattere fortemente personale», ha spiegato Noah Murphy-Reinhertz, Sustainability Lead, Nike NXT.
L’impegno dell’azienda Framis Italia è invece produrre soluzioni sostenibili e applicazioni termoadesive personalizzabili, mettendo a punto decorazioni, pellicole, materiali e macchinari a top brand internazionali che condividono la stessa sfida e la stessa visione. Non è scontato apprendere che Framis Italia non immette elementi chimici nell’atmosfera né li brucia durante la produzione. L’88% dei componenti contenuti nel poliuretano evaporano e sono raccolti da un condensatore. Il materiale ottenuto viene inviato a un centro specifico autorizzato che, attraverso un processo di distillazione alimentato da energie rinnovabili separa i componenti che sono ora pronti per essere riutilizzati in altre produzioni.
Scarpe smontabili e riciclabili
Lo scorso anno Nike ha presentato sneakers modulari che possono essere smontate e riciclate, progettate proprio con un design votato all’economia circolare, che risponde alla filosofia Ispa coniata dal brand, ovvero Improvise, Scavenge, Protect, Adapt, che in italiano significa: improvvisazione, ricerca, protezione e adattamento.
Stiamo parlando dei modelli Ispa link e Link Axis dal design modulare che prevede assemblaggio e disassemblaggio e che sono realizzate con meno solventi, prive di colle, ma tenute insieme dalla tensione e dalla geometria.
Il grande faro che ha guidato la loro progettazione è appunto lo “smontaggio”, quindi la possibilità di smontare facilmente un prodotto per riciclarne il contenuto. Tecnicamente, il riciclaggio delle scarpe di solito richiede la triturazione, un processo ad alta intensità energetica che limita il modo in cui i materiali riciclati possono essere utilizzati. Creare una scarpa che può essere smontata ridurrebbe quindi l’impronta di carbonio del prodotto e aprirebbe nuove possibilità per il suo ciclo di vita.