Il 2017 si è aperto, per il settore calzaturiero italiano, con una prevalenza di segni positivi in un quadro generale finalmente improntato alla stabilità, dopo un lungo periodo di congiuntura poco favorevole. I dati diffusi da Istat evidenziano nei primi 5 mesi 2017 un lieve recupero delle vendite estero e una contemporanea riduzione dei flussi in entrata, con conseguente irrobustimento del saldo.
Sono stati esportati 93,8 milioni di paia (1,3 milioni in più rispetto a gennaio-maggio dello scorso anno, pari al +1,5%) per 3,77 miliardi di euro (+3,5%), raggiungendo anche in questa occasione il valore dell’export più alto – anche al netto dell’inflazione – degli ultimi quindici anni. Il prezzo medio si è attestato a 40,19 euro/paio (+2%).
Il segno positivo caratterizza sia i flussi verso i partner della UE (+0,6% in volume e +1,7% in valore nell’insieme) che quelli (minoritari, 3 scarpe su 10 esportate) diretti al di fuori dell’Unione.
Tra gli sbocchi comunitari torna a crescere la Francia (+2,5% in quantità), che si conferma il principale acquirente di calzature made in Italy; stenta la Germania (-2,8%); si registrano performance incoraggianti in Spagna (+18%) e in Austria (+11,6%).
Fuori dalla UE, a fronte di un incremento globale un po’ più sostenuto (+3,5% in volume e +5,3% in valore), le aree geografiche di destinazione raccolgono risultati disomogenei. Prosegue la risalita dei Paesi dell’ex blocco sovietico (+29% in quantità e +14,3% in valore), con velocità differenziate nei singoli mercati: +33,5% in volume in Russia; +1,9% in Ucraina; -8,3% in Kazakistan. Migliorano gli USA (+5% in volume ma ancora -6,8% in valore sui primi 5 mesi 2016), stabile il Medio Oriente (+0,1% volume e +4,4% valore), ma permane un trend non favorevole negli Emirati (-3,2% quantità) e soprattutto in Arabia Saudita (-22%). Rallenta infine il Far East, dove calano sensibilmente Giappone (-13% volume) e Hong Kong (-9,5%); la Cina fa +7,7% in quantità (ma con prezzi e valore in flessione) e continua a crescere la Sud Corea (+12% in volume e +19% in valore).
L’import è sceso nei primi 5 mesi del -5,3% in volume, attestandosi a 156,3 milioni di paia (quasi 9 in meno rispetto all’analogo periodo 2016) e restando stabile in valore (-0,3%). Il saldo commerciale settoriale registra quindi nei primi 5 mesi un attivo di 1,74 miliardi di euro, con un aumento tendenziale del +8,2% che conferma il contributo positivo rilevante che il calzaturiero apporta da sempre alla bilancia commerciale nazionale.
Segnali di recupero anche dal punto di vista dei consumi interni: gli acquisti delle famiglie italiane – secondo il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca – registrano deboli segni positivi, sia in volume (+0,4%) che in spesa (+0,9%).