Il terzo trimestre del 2023 ha segnato una battuta d’arresto per il comparto calzaturiero italiano, che aveva aperto con slancio lo scorso anno. «Dopo una partenza molto positiva, il 2023 – ha commentato Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici – si è chiuso in frenata anche a causa dei forti aumenti nei costi che hanno inciso sulla marginalità delle imprese. Esaurito il rimbalzo post Covid, i ritmi di vendita hanno subìto un netto rallentamento che, innescatosi già in primavera, si è reso ancor più evidente nella terza frazione dell’anno. Un trend ampiamente previsto, non certo facilitato dall’incertezza indotta dal difficile contesto geopolitico internazionale in cui, alla guerra tra Russia e Ucraina, si è aggiunto il precipitare degli eventi in Medio Oriente, con rischio concreto di allargamento del conflitto oltre alla debolezza dell’economia in diverse importanti aree del mondo».
Dati alla mano, il terzo trimestre 2023 si è chiuso con una flessione delle vendite estere del 7,2% a valore e del 12,3% a quantità, a cui si unisce un -1,5% nella spesa delle famiglie italiane. Nel complesso dei primi nove mesi dell’anno, l’industria italiana della calzatura ha registrato una crescita del fatturato del 3% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il risultato è frutto di un +3,2% delle esportazioni e di un -1,3% del mercato interno. I dati sono stati rilevati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che ha inoltre messo in luce un importante calo dei volumi, diminuiti dell’8,7%.
In merito ai mercati di sbocco, l’analisi riporta una contrazione del 6,1% a volume per i mercati comunitari, che vedono però una crescita a valore dell’8,5%, mentre le destinazioni extra-UE mostrano un arretramento ancor più pesante in quantità (-13,4%), accompagnato da un segno negativo anche in valore (-1,2%).
