Il settore conciario italiano archivia un 2015 complicato, ma rafforza il suo primato a livello internazionale. E’ quanto emerge dall’assemblea annuale Unic, sotto la presidenza di Gianni Russo, che ha chiuso i lavori con un forte richiamo all’unità e alla coesione.
Si è svolta il 28 giugno scorso a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, l’assemblea annuale di Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria). Il settore conciario italiano archivia un 2015 complicato, ma affrontato con una dinamicità tale da permettergli di chiuderlo con un calo contenuto generalizzato, attestato attorno al -2% per quanto riguarda il valore della produzione (5,2 miliardi di euro), il suo volume (124 milioni metri quadri di pelli finite, 26mila tonnellate di cuoio suola) e il bilancio delle esportazioni, pari al 77% del fatturato nazionale (4 miliardi di euro in valore). Tante le difficoltà con cui la conceria italiani si è confrontata: dal rallentamento del lusso, all’influenza negativa sui consumi della minaccia terroristica. Non ultimi, ma ancora tutti da valutare, gli effetti della Brexit. «Il momento non è dei più facili, la frenata si è sentita e si sente; l’auspicio è che il 2016 si chiuda almeno sugli stessi livelli del 2015» ha detto il presidente Unic Gianni Russo (Cavaliere del Lavoro, amministratore delegato dal Gruppo Russo di Casandrino), sottolineando però la forte spinta al cambiamento: «Abbiamo ripreso un dialogo trasparente e costruttivo con tutti gli interlocutori, di filiera e non, pubblici e privati, pur nel rispetto della reciproca autonomia. Stiamo dando una nuova dimensione all’attività associativa, nella quale la figura dell’imprenditore riemerge, per offrire a tutte le concerie italiane, associate e non, il miglior servizio e la percezione di sentirsi protette».
Grande attenzione alla sostenibilità, che «deve diventare sempre di più un collante tra associazione e aziende: è un valore insito nel nostro Dna» e alla gestione del rapporto con i clienti, in particolare in relazione allo sviluppo del progetto CleAR, (Confidence in Leather Analisys Results), un tavolo che affronta la gestione delle analisi dei pellami che sta coinvolgendo le più importanti griffe del lusso e mira a tracciare un percorso comune per definire un protocollo di regole valide per tutti «che limiti qualsiasi arbitrarietà da parte dei laboratori».
Durante l’Assemblea, alla quale è giunto il videosaluto del neopresidente di Confindustria Vincenzo Boccia («Siete stati i precursori nell’attenzione all’ambiente, e aiutate l’intero sistema industriale a legittimare il ruolo sociale dell’impresa grazie a quanto fate ogni giorno nelle vostre imprese e come associazione di categoria»), è stato annunciato che Lineapelle («la fiera leader indiscussa dell’area pelle internazionale») sta per tornare sotto il pieno controllo dei conciatori italiani: il contenzioso con BolognaFiere è infatti prossimo alla soluzione.
Ribadendo il primato internazionale della pelle italiana (che vale il 65% della produzione europea e il 19% di quella mondiale) Gianni Russo ha chiuso i lavori con un forte richiamo all’unità del settore: «Non vogliamo più essere un settore di solisti, vogliamo diventare un’orchestra e creare una più forte sensibilità industriale».